Perché i carboidrati fanno "ingrassare"? E perché fanno ingrassare più le donne rispetto agli uomini? In evidenza
Mangiare un piatto di pasta o riso o una porzione abbondante di pane, pizza o dolci, vuol dire introdurre una netta dose di carboidrati.
Dopo il pasto si ha un rialzo brusco della glicemia e dell’ormone insulina nel sangue.
La glicemia è il valore di zuccheri nel sangue: aumenta quando si introducono carboidrati attraverso l’alimentazione, siano essi semplici o complessi. L’insulina è l’ormone secreto dal pancreas durante i pasti, che mira ad abbassare la quantità di glucosio in circolo
Il glucosio del sangue sotto il controllo dell’insulina viene immesso nel fegato e in parte anche all’interno dei muscoli.
Se la donna introduce troppi carboidrati, tenderà ad ingrassare con più facilità e con rapidità, perché per natura ha una minore massa muscolare rispetto all’uomo.
Con il passare degli anni la massa magra muscolare si riduce anche nell’uomo. Così il glucosio non va nei muscoli, che non ci sono più, e va quasi tutto nel fegato. Una persona continua a mangiare nello stesso modo di sempre ed ingrassa perché ha perso parte della massa muscolare.
Meno muscolo vuol dire più glucosio nel fegato.
L’eccesso di glucosio nel fegato viene trasformato in glicogeno.
Il glicogeno è una lunga catena di molecole singole di glucosio unite tra loro. Una parte del glicogeno viene accumulato nel fegato, superata la soglia di saturazione personale di glicogeno nel fegato, il glucosio viene trasformato in un acido grasso che viene accumulato nel fegato o stoccato nei depositi adiposi del corpo umano.
Si ha un processo biochimico, chiamato lipogenesi, cioè il fegato produce grasso.
Glicogeno e acidi grassi all’interno degli epatociti causano la steatosi epatica, meglio conosciuto come fegato grasso.
Oltre il 40 % delle persone adulte ed ancor più le donne in menopausa, in sovrappeso ed obese, hanno la steatosi epatica.
Con la steatosi epatica e elevati livelli di glicemia e insulina nel sangue è molto difficile dimagrire.
Allora cosa dovremmo fare?
Per prima cosa fare molta attenzione alla dose giornaliera di carboidrati (in particolare alimenti composti con farina).
Per dimagrire occorre “pulire” il fegato di glicogeno e di grassi accumulati all’interno delle cellule epatiche. Evitare il picco glicemico dopo ogni pasto è la giusta scelta per dimagrire, per eliminare la steatosi epatica e per recuperare un sano peso corporeo.
E’ fondamentale abbinare a ciascun pasto una piccola quota di carboidrati e la giusta quantità di proteine e grassi: i carboidrati, preferibilmente cereali in chicco e non farine, forniranno quel giusto quantitativo di zuccheri sul quale l’insulina, secreta dallo stimolo di carboidrati, proteine e grassi, potrà agire. Se il nostro bilanciamento sarà stato armonico, non causeremo picchi glicemici né ipoglicemia reattiva e dimagriremo.
La nutrizione oncologica In evidenza
Ogni tumore trae origine da una cellula che, a causa di sollecitazioni esterne o interne all’organismo, accumula danni al suo sistema informativo (il DNA) che ne consentono la proliferazione incontrollabile. Se la cellula non viene distrutta dalle difese immunitarie che, nel nostro corpo, hanno il compito di eliminar tutto ciò che riconoscono come estraneo o dannoso, o non si suicida, ecco che inizia a riprodursi fino a portare alla formazione di una massa tumorale che cresce in completa autonomia rispetto alle cellule sane.
La cellula tumorale è come un seme che cresce e si riproduce solo a certe condizioni, germoglierà e darà origine ad una pianta solo se si troverà in un ambiente favorevole, nel terreno giusto, ricco del nutrimento indispensabile alla propria crescita. Se il terreno è povero e arido, il seme morirà.
Lo scopo della nutrizione oncologica, è quello di rendere il terreno arido ed inadatto alla crescita della cellula neoplastica, ostacolandone la proliferazione cellulare.
Pandoro o panettone? In evidenza
Il panettone ed il pandoro sono prodotti da forno preparati con una lievitazione naturale e con ingredienti che per legge devono essere di pregio.
Un decreto legislativo del 2005 stabilisce che la denominazione «panettone» e' riservata al prodotto dolciario da forno a pasta morbida contenente farina, zucchero, uova, burro, uva sultanina, bucce di cedro e arancia candite, lievito naturale costituito da pasta acida, sale, mentre la denominazione « pandoro » e' riservata al prodotto dolciario contenente farina, zucchero, uova, burro, lievito naturale costituito da pasta acida, aromi di vaniglia o vanillina, sale.
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Ordine Nazionale Biologi n° 064216